Il Fercolo



Il fercolo (macchina processionale) è una pregevole opera in legno dorato a sei colonne con capitello corinzio, costituito da elementi decorativi del Settecento e degli inizi dell'Ottocento. Era portato a spalla dai confrati sino al 1924, anno in cui venne realizzato il baiardo munito delle ruote, affinché si consentisse il passaggio della processione del santo nel quartiere Sciara-Bonaccorsi (l'attuale via Alessandro Manzoni). Il fercolo venne traslato per la prima volta nella "casa 'a vara" domenica 1 gennaio 1868. 

Giuseppe Mirone, nella Memoria della costruzione della cupola, narra l'originaria edificazione della cosiddetta “casa delle barelle”, luogo nel quale venivano conservate le macchine processionali presenti a Viagrande, ad esclusione del fercolo di San Biagio, custodito a Viscalori:


Sin dalla mia adolescenza molta noja mi recava la vista delle barelle di S. Giuseppe, e del patrono San Mauro nella navata maggiore du questa Madre Chiesa e mai sempre sollecitava lo zelo patriottico a scegliere un locale ove situarle. L'anno 1866 fuvvì una restanza d'once trenta dalla festa di detto patrono, e mercè le mie buone insinuazioni s'incominciò la riforma della casa oggi destinata a tale scopo. Il soglio della porta maggiore della chiesa vecchia servì per quella in discorso; si fabbricò il muro della fondata, si sostituirono con salette nuove alle vecchie, si fece la nuova campata di canne, e si covertò di tegole. La spesa ammontò ad oncie trentasette e tarì diciotto; le oncie 7:18 furono da me soddisfatte. Scorsi tre mesi di tali fatiche gli appaltanti la strada da Viscalori scavano dietro la detta casa l'acquidotto, che si vede per passarvi il torrente, ed il Sindaco di quel tempo non so, se per astio, o per melenzagine lo fa sboccare al cantone di detta casa, e la relazione coll'appalto era di già stato approvato.

Molto dispetto mosse in me e ne' buoni, ma inutile fu lo strepitare. Altra risorsa non fuvvi che ricorrere alla carità de nostri compaesani e di moltissimi Catanesi, che qua ritrovansi per iscansare i flaggelli del colera.

Si da come ora si trova; vi si postarono due eccellenti sopra portie si costrui l'acquidotto dal cantone di detta casa sino alla lunghezza di canne cinque lineari. Al seguente anno 1867 in un giorno di Domenica raccolsi oncie tre e tari 7 e si lece il riempimento interno in palmi quattro e più ed il livello dalla parte di fuori, com'è attualmente, e siccome una cosa ne tira un'altra, a mie spese si ricostrui il muro di prospetto di detto livellato terre-no, e si intonacò a calce, e si diroccò l'antico campanile, che era al centro di detto piano.

La porta fu piantata nel di 23 Dicembre 1867, e la spesa ammontò ad oncie diciotto con tutti i ferri, e toppa. Oncie dodici furono date dalla Comune contribuendovi l'opera del novello Sindaco Don Ignazio Mirone mio parente, e di tutto il consiglio, ed altre oncie sei da un'altra provvidenza.

La tavola di sopra la spranga, la doppia chiave, e la tintura furono anche a mie spese. I sedili di pietra lavorata accanto alla detta casa, calcina, e mano d'opera furono a spesedella Comune.

Si aspetta un'altra provvidenza che spero non sia lontana, per compire l'interno con qua-trette, ed altro, ed il di fuori con intonaco, ed altro.

Il Rev. do Vicario Don Salvatore Messina, ed altri buoni si sono molto cooperati per tale fatica, ma quello che merita più lode è stato il Signor Diego Torrisi, mio solerte collaboratore ed assiduo assistente in tutti i travagli.

Per contentare l'ardenti brame del pubblico un giorno di Domenica si portò privatamente la barella del detto patrono nella cennata casa, e nel giorno primo Gennaro anno corrente 1868 all'ore 21, in mezzo al festante popolo, alla banda musicale, ed agli spari delle gazzarre si restituì nella Madre Chiesa.

La casa oggi destinata per le barelle era la Cappella della Compagnia della Penitenza edificata fra un anno e dieci mesi dopo il terribile terremoto del 1693 che distrusse la bella Catania e per cui io feci incidere in quella lapide di marmo postato sopra la porta le seguenti parole Edificata nel 1693 - Rifatta nel 1867”.


Oggi il fercolo, trainato per mezzo di due lunghe funi da un folto stuolo di devoti, accompagna l'artistico Simulacro di San Mauro lungo il percorso processionale che, puntualmente, si snoda per le vie cittadine il 15 Gennaio. 

Le manovre dello stesso, così come gli spostamenti del Simulacro, vengono guidate magistralmente  del "Maestro del Fercolo" ruolo ad oggi ricoperto dal Sig. Alfio Arcidiacono che in sinergia con i propri collaboratori e con il guidatore del Fercolo: Sig. Francesco D'Agata, consente lo svolgimento delle fasi processionali.



BIBLIOGRAFIA:

VIÆ MAGNÆ ECCLESIA:  
Giuseppe Guliti - Nino Di Blasi