NEWS
Approfondimento
02 Settembre 2025
di Nino Di Blasi
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Approfondimento
02 Settembre 2025
di Nino Di Blasi
Il culto di San Mauro Abate a Viagrande è così radicato nella storia del paese da potersi definire coevo alla fondazione stessa del casale. Un legame antico e profondo, che affonda le proprie origini nella spiritualità benedettina e che ha attraversato i secoli alimentando la fede, il senso di appartenenza e la memoria collettiva del popolo viagrandese.
Grazie agli accurati studi condotti nel corso degli anni dallo storico locale Don Giuseppe Guliti, oggi possiamo ricostruire con maggiore chiarezza le tappe fondamentali di questa secolare devozione. Già a metà del Quattrocento, il culto di San Mauro era presente a Viagrande, per volontà dei Castellani di Aci e, in particolare, di Nicolò Grasso. Il Santo veniva venerato nell’antica chiesetta dell’Annunziata, oggi non più esistente, che sorgeva all’inizio dell’attuale via Antonio Aniante.
Il contesto mutò radicalmente nel 1568, con l’istituzione ufficiale del casale di “Via Grande”. Pochi anni dopo, nel 1574, vennero completati i lavori di costruzione della prima Chiesa Madre, dedicata fin dall’origine a Santa Maria dell’Idria. In quell’occasione, vi fu trasferito anche il culto di San Mauro, seguendo un processo di “pubblicizzazione” della devozione, analogo a quanto avvenne ad Aci Bonaccorsi con Santo Stefano. Ciò che era stato il culto di una famiglia, divenne così il culto di una comunità.
Nel XVII secolo la pietà popolare legata a San Mauro conobbe un ulteriore sviluppo. Nel 1619 venne fondata la Compagnia della Penitenza sotto il titolo di Santa Maria dell’Idria, alla quale fu affidata la cura spirituale e liturgica del culto del Santo. Questa confraternita, radicata nel tessuto religioso e sociale del casale, fu per lungo tempo custode della memoria e della venerazione di San Mauro.
Anche nei momenti più drammatici della storia locale, come il devastante terremoto dell’11 gennaio 1693, San Mauro non cessò di essere punto di riferimento per la popolazione. In mezzo alle rovine e all’incertezza, il Santo continuava ad essere celebrato, segno di una devozione incrollabile che non venne mai meno.
Una data fondamentale nella storia viagrandese è il 1719, anno in cui giunse la prima reliquia del Santo: un frammento dell’osso temporale, oggi incastonato nel medaglione del venerato simulacro. La reliquia, autentica e sigillata, reca lo stemma di Ascanio Gonzaga, nobile appartenente alla famiglia ducale di Mantova e Archimandrita commendatario del SS. Salvatore di Messina tra il 1703 e il 1724. La presenza di una reliquia così significativa contribuì a rafforzare ulteriormente il legame tra San Mauro e il popolo di Viagrande.
Particolare del medaglione con il frammento dell'osso temporale del Santo.
Nel 1744, con l’apertura al culto della nuova Chiesa Madre, San Mauro venne riconosciuto ufficialmente come Patrono del casale dalle due storiche confraternite cittadine. A sancire giuridicamente questo patronato furono i decreti della Sacra Congregazione dei Riti del 1775 e 1776. In particolare, il 28 marzo 1775, la Congregazione approvò il decreto che confermava l’ufficio e la messa propria con ottava di San Mauro Abate, da celebrarsi nel giorno della sua memoria liturgica (15 gennaio) e nell’ultima domenica di maggio, in ricordo della traslazione delle sue reliquie. Contestualmente, fu stabilito che la memoria liturgica del Santo venisse celebrata a Viagrande con il grado di festa di precetto, un riconoscimento di particolare rilievo che consolidò il ruolo del Santo come Patrono principale del paese.
È importante ricordare che, all’epoca,Viagrande faceva parte del Principato di Trecastagni, il quale comprendeva anche Pedara, ed era governato dai principi Di Giovanni di Messina, una delle famiglie nobili più influenti della Sicilia orientale. Questo legame nobiliare contribuì allo sviluppo del casale.
In quel periodo, i principi esercitavano anche il mero et misto imperio, un potere giurisdizionale che consentiva loro di amministrare la giustizia in ambito sia civile sia penale, rafforzando così la loro autorità sul territorio.
L’Ottocento segnò il periodo d’oro delle celebrazioni in onore di San Mauro, così come oggi le conosciamo nella loro struttura liturgica e folklorica. Processioni solenni, pontificali, fuochi d’artificio, canti e riti tramandati di generazione in generazione consolidarono la festa come momento cardine della vita religiosa e civile del paese.
La Chiesa Madre in una foto dei primi anni del 1900.
15 Gennaio 1926 - Processione del Fercolo con il Simulacro di San Mauro
Nel 2025 si celebrano i 250 anni del Patronato ufficiale sancito dalla Sacra Congregazione dei Riti. Ma la verità è che, al di là delle date e dei decreti, San Mauro è stato sempre Patrono nel cuore dei viagrandesi. La sua figura, espressione della spiritualità benedettina, continua a essere oggi come ieri riferimento di fede, protezione e identità.
In occasione di questo singolare anniversario, la prima domenica di settembre, il simulacro del Santo e la preziosa reliquia verranno portati in processione sul tradizionale fercolo barocco per le vie del centro storico e del quartiere Scalatelli. Il solenne pontificale sarà celebrato in Piazza da S.E.R. Dom Donato Ogliari, Abate Ordinario della Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura in Roma, già Arciabate di Montecassino. Una presenza che suggella il legame profondo tra Viagrande e la tradizione benedettina.
Si tratterà non solo di una festa, ma di un momento di intensa spiritualità e di coesione comunitaria. Ancora oggi, San Mauro continua a scandire il tempo della vita viagrandese, a benedire il lavoro e i progetti del suo popolo, ad essere segno di un’appartenenza che si rinnova, anno dopo anno, tra storia, fede e devozione.
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